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Halloween, dal grande schermo al terrore videoludico

Genere: Survival Horror, Seek and Run a scorrimento orizzontale
Autori: Ed Salvo, Timothy G. Martin, Robert Barber
Sviluppatore: VSS Inc.
Editore: Wizard Video Games
Sistema: Atari VCS
Data di uscita: 1983
Provenienza: Stati Uniti

La semplice cover di Halloween per Atari VCS riprende in pieno l'immagine scelta per la locandina del film originale di John Carpenter.
La semplice cover di Halloween per Atari VCS riprende in pieno l’immagine scelta per la locandina del film originale di John Carpenter.

Come ogni anno la terrorizzante notte di Halloween arriva implacabile a ricordarci che la paura è una delle emozioni più antiche ed importanti del genere umano. Gli uomini primitivi avevano paura del buio, prima dell’invenzione del fuoco, deputato in seguito ad illuminare gli accampamenti e proteggere da minacce esterne, ed in un lungo cammino, fino ad oggi, l’approssimarsi del mese dei morti, ovvero Novembre, viene legato ad una festività decisamente particolare. La notte di Ognissanti, che prende il nome di Halloween nel mondo anglosassone, ha ispirato parecchie opere d’intrattenimento, dai romanzi come L’albero di Halloween di Ray Bradbury del 1972, ai fumetti, passando per i film ed i cartoni animati, come Scooby Doo, per giungere ai videogiochi, dove oggi l’orrore è uno dei temi più amati dal pubblico.

 

Halloween, il film cinematografico originale

Halloween è un film oggi di culto per gli amanti dell’horror, diretto da John Carpenter nel 1978, si è presto trasformato in un grande classico della festività di cui porta il nome e, dalla proiezione quasi clandestina in poche sale statunitensi, è presto esploso in tutto il mondo. Un titolo di cui sappiamo parecchio, dal punto di vista storico, e certamente iconico della produzione del regista ed autore proveniente dal villaggio di Chartage, nei pressi di New York. Il film inizialmente doveva parlare di un semplice serial killer che perseguitava una baby sitter, con una trama più funzionale che narrativa, ed una perfetta adesione agli slasher movie degli anni settanta, salvo poi diventare opera d’autore incontestabile, soprattutto sviluppata con pochi mezzi e tantissima genialità creativa. Per il protagonista è stato scelto il silenzio, simbolico, poiché la morte spesso arriva senza dire nulla, e per il suo volto una semplice maschera bianca, in origine del Capitano Kirk di Star Trek, deformata e modificata in modo da renderla inquietante. Come arma un semplice coltello grande da cucina, e movimenti lenti e semplici, in un incedere silenzioso che contrasta con la splendida ed indimenticabile colonna sonora, scritta dal regista stesso, ed oggi simbolo musicale del terrore. Tantissimi gli aneddoti legati al film, specie sulla povertà di mezzi, tamponata in grande stile dalla ricchezza di idee e dall’inventiva della troupe cinematografica. Una su tutte la difficoltà di girare in piena estate un film destinato ad uscire in autunno, con le forti differenze climatiche e di ambienti visivi. Per ovviare “al troppo verde” delle foglie, ancora non cadute dagli alberi, John Carpenter decide di dipingere, a mano una per una, con vernice marrone e gialla, un corposo numero di foglie, da spostare di set in set per dare l’idea del clima autunnale. Certo, sono tempi in cui ancora l’elaborazione della computer grafica nel cinema non c’era, e per gli effetti speciali o anche semplicemente ambientali, bisognava industriarsi con mezzi di fortuna e trucchi fisici. La bravura degli attori protagonisti, Nick Castle, Donald Pleasence e Jamie Lee Curtis, ha fatto il resto. Il film, mostrato al pubblico statunitense a partire dal 25 Ottobre 1978, ed arrivato da noi col sottotitolo Halloween – La notte delle streghe, è quindi stato acclamato dal pubblico, che ha riempito di sera in sera le poche sale dove è disponibile, grazie al passaparola tra appassionati. Il successo lo ha reso una serie di enorme fama, ad oggi di ben tredici film, ancora attiva al Cinema. Una curiosità, dopo i primi due capitoli, collegati a livello di trama, col terzo episodio si è tentata una strada alternativa, cercando di renderlo una serie antologica, ma il successo del personaggio Michael Meyers ha portato presto al suo ritorno. Cosa di meglio, quindi che sfruttare il successo del film anche in altri settori, come quello videoludico?

Halloween per Atari VCS, il terrore si tinge di pixel rossi

Gli ambienti di gioco sono tutti molto simili, ed il titolo, stranamente, si basa tutto sul gameplay piuttosto che sul comparto visivo.
Gli ambienti di gioco sono tutti molto simili, ed il titolo, stranamente, si basa tutto sul gameplay piuttosto che sul comparto visivo.

Dopo aver ottenuto facilmente i diritti per la trasposizione del film nel parco titoli di Atari VCS ecco che il pubblisher Wizard Video Games incarica lo sviluppatore VSS Inc. di realizzare il titolo, ed in particolare tre autori, i programmatori Ed Salvo e Timothy G. Martin, che ricordiamo per Spelunker, ed il grafico Robert Barber. Si, sono tempi in cui per realizzare un videogioco bastavano tre persone, a volte una sola. Il gameplay è davvero semplice, e si basa sul proteggere un gruppo di
bambini badando nel contempo a restare vivi durante Halloween, ovvero, come dice lo strillo ufficiale del gioco: “la notte in cui LUI è tornato a casa!”. Siamo infatti nei panni della baby sitter Laurie Strode che si sposta lungo i corridoi di una grande casa a due piani, sfuggendo a Michael che, evaso dall’istituto psichiatrico ora cerca vendetta. Ogni bambino va messo al sicuro in una stanza chiusa, prima che venga intercettato dal serial killer. La casa ha diversi ostacoli, come blackout e vicoli ciechi, e presenta un totale di sedici stanze. Anche Laurie ha la possibilità di trovare un’arma, un coltello, per difendersi. Per passare al livello successivo bisogna salvare cinque bambini o pugnalare due volte Michael. La difficoltà progressiva dei titolo e, soprattutto, la musica iconica del film, riprodotta molto bene, considerando le possibilità sonore di Atari VCS, rendono il titolo appassionante ed inquietante. Gli autori scelgono di non lesinare i dettagli truculenti, con sangue a fiumi, seppur nella semplicità dei pixel poco dettagliati dell’epoca, che rendono il gioco terrificante! Dietro al semplice Seek and Run a scorrimento orizzontale dal tema survival c’è però molto di più. L’importanza di Halloween per Atari VCS è più storica che prettamente ludica, lo riconosciamo, specialmente perché si tratta di un titolo di fatto precursore del successo del genere Survival Horror, ancora in divenire negli anni ottanta, e che sarebbe esploso nel decennio successivo, con pietre miliari come Alone in The Dark del 1992, splendida perla del terrore digitale ideata dall’autore francese Frédérick Raynal, il granitico Resident Evil di Shinji Mikami del 1996 ed il nebbioso Silent Hill, indimenticabile opera horror di Keiichirō Toyama del 1999. Ma non solo. Una delle caratteristiche più importanti del titolo è proprio il fatto di essere una trasposizione videoludica ufficiale del film cinematografico, approvata e fortemente voluta dalle major del grande schermo. Si cercava infatti di cavalcare, specie in quel periodo, il successo del settore videogiochi con le prime prove transmediali.

L'incedere lento di Michael, che insegue Laurie con la musica iconica del film in sottofondo, ha traumatizzato una generazione di videogiocatori!
L’incedere lento di Michael, che insegue Laurie con la musica iconica del film in sottofondo, ha traumatizzato una generazione di videogiocatori!

L’accoglienza del titolo sul mercato, tra rifiuto sociale e consacrazione degli horror games

Oggi i videogiochi di genere Survival Horror sono tra i più richiesti ed amati del settore, grazie appunto alla loro esplosione negli anni novanta, ed anche la nicchia videoludica dei tie-in, ovvero i giochi derivati da un’opera cinematografica o televisiva, è ben consolidata ed accolta con favore dal pubblico. Nonostante un gameplay semplice ma tutto sommato coinvolgente, che, pur nei forti limiti tecnici dell’epoca, riesce anche a cogliere bene lo spirito “survival” del film. Certo, anche il fatto di essere stato pubblicato nello sfortunato anno 1983, in piena crisi del settore videogiochi statunitense, e vicino ad un altro tie-in parecchio controverso, come E.T. The Extraterrestrial, non ha giocato certo a suo favore. Il vero problema, per il pubblico dell’epoca, è soprattutto il tema trattato. Nonostante Halloween fosse una festività parecchio radicata, specie nel territorio statunitense, ancora si è visto poco con temi del terrore sulle console per videogiochi, nei primi anni ottanta. Certo, il mercato indipendente ha già creato molti titoli, che sono restati di nicchia, specie per gli Home e Personal Computer, ma stavolta si tratta di una produzione indirizzata al mercato di massa creato da ATARI e destinata quindi anche ai bambini. I videogiochi a tema horror, nella percezione delle famiglie dell’epoca, possono quindi spaventare per i loro contenuti, e se pensiamo che la trama di Halloween per Atari VCS parla proprio di bambini inseguiti dal terrificante serial killer, che spesso sono uccisi in modo efferato, se non salvati in tempo dal giocatore, possiamo capire perché il titolo viene presto combattuto dall’opinione pubblica e rifiutato da famiglie, negozi ed utenti in generale, portando persino, dopo un boicottaggio generale degli organi di stampa generalisti, al
fallimento della casa di produzione Wizard Video Games Nonostante gli autori originali, Ed Salvo, Timothy G. Martin, Robert Barber avessero di fatto voluto dare un tono più leggero al videogioco, rispetto al film di John Carpenter, con una vena quasi parodistica, purtroppo le paure verso i temi trattati hanno condannato il titolo all’oblio.

Gli ambienti di gioco sono tutti molto simili, ed il titolo, stranamente, si basa tutto sulgameplay piuttosto che sul comparto visivo.
Gli ambienti di gioco sono tutti molto simili, ed il titolo, stranamente, si basa tutto sul gameplay piuttosto che sul comparto visivo.

Perlomeno quello commerciale, perché oggi l’opera è ricordata come un vero precursore del genere Survival Horror, di cui ha diversi elementi chiave, oltre che degli Horror Games in generale. Spesso sono proprio le opere più controverse quelle che osano di più dal punto di vista artistico, ed Halloween per Atari VCS riesce ancora a terrorizzarci, nella notte buia e tempestosa di Halloween, la più spaventosa dell’anno, dopo oltre quaranta anni dalla sua uscita originale, diventando una icona del settore.

Autore
Fabio D’Anna

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