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Christmas Games, storia ed evoluzione dei titoli natalizi

Il Natale è decisamente un momento magico per l’industria videoludica, come de resto per tutta quella dell’intrattenimento in generale. Se nel Cinema abbiamo quindi grandi classici senza tempo, come Miracolo sulla 34ma strada o il cult natalizio Una Poltrona per due, che detiene il record di film più trasmesso in Italia, con circa trenta anni di programmazione continuativa, anche nel mondo videoludico abbiamo dei piccoli grandi classici a tema Christmas. La storia dei videogiochi ambientati a Natale non è molto lunga, ed in realtà il setting natalizio è decisamente molto meno sfruttato che nel Cinema o nella letteratura, ma è un tema che affonda le sue radici nei primi anni dell’industria videoludica e che, con il tempo, ha assunto forme sempre più creative e diversificate: Game Over… ma con un tocco di magia natalizia!
L’industria del videogioco ha sempre avuto come periodo commercialmente forte il Natale, spesso diverse console e titoli nuovi sono stati spinti proprio come regalo natalizio. Cosa di meglio, del resto, che ricevere sotto l’albero una nuova console da gioco o il titolo che da sempre si desidera, e giocarci con la casa tutta addobbata a festa? Mentre si ascoltano magari i motivi tradizionali di Natale come quelli di Frank Sinatra, con in testa Let it Snow! O classici moderni come All i want for Christmas is You di Mariah Carey o Last Christmas degli Wham! Già ATARI, in tempi remoti, intuisce le potenzialità del Natale, e la console (HOME) PONG è senza dubbio l’oggetto più desiderato nel settore elettronico statunitense da ricevere sotto l’albero la vigilia di Natale del 1974. La stessa cosa succede in Italia con Zanussi Ping-o-Tronic. Inaugurando una tradizione che, ammettiamolo, dura fino ai nostri giorni. Durante gli anni ottanta i periodici per ragazzi del Belpaese come Il corriere dei piccoli o Topolino sono pieni di pubblicità dedicate ai videogiochi durante l’anno, ma a Natale le campagne pubblicitarie si scatenano, letteralmente. Le celebri pubblicità natalizie del famigerato E.T. The Extra-Terrestrial per ATARI VCS sono ormai una vera icona degli anni ottanta, spesso citata anche da film e serie tv. Ma oltre a questa ovvia caratterizzazione delle feste natalizie come focus commerciale del settore, in cui spesso la finestra di lancio di un nuovo titolo è proprio quella a ridosso del Natale, esiste un fenomeno ancora più particolare, che vede proprio la cultura natalizia diventare un asset fondante di gameplay e grafica di alcuni titoli, non tanti in verità, ma che costituiscono delle piccole vere e proprie pietre miliari delle festività. La storia dei videogiochi ambientati a Natale Nel mondo dei videogiochi, il Natale ha infatti spesso fatto capolino come vero e proprio scenario videoludico, ambientazione o semplice ispirazione tematica per il gameplay di base di alcuni titoli, trasformando le esperienze ludiche classiche in vere e proprie celebrazioni virtuali delle festività. Dalle prime pixel-art innevate ai moderni eventi seasonal live, l’industria ha dato vita a decine di titoli che catturano lo spirito natalizio, ciascuno con una propria storia da raccontare. Nel corso di oltre cinquanta anni di storia videoludica sono state create oltre settecentocinquanta opere a tema natalizio, poche rispetto ai milioni di titoli creati dalle origini ad oggi, ma tantissime rispetto a quelle che ci si immaginerebbe.

 

 

Santa’s Sleigh Ride (Apple II)

 

I pionieri delle festività digitali, le pietre miliari degli anni ottanta

Il Natale rappresenta molto più di una semplice cornice stagionale. Durante la storia del genere, a fasi alterne, si è configurato come un espediente narrativo, un esercizio di stile estetico, una leva commerciale e, negli ultimi anni, persino un vero e proprio dispositivo di engagement. Analizzare i videogiochi ambientati a Natale significa osservare come l’industria abbia progressivamente integrato il tempo delle feste all’interno dei propri linguaggi, adattandolo a trasformazioni tecnologiche e mutamenti del rapporto tra giocatore ed opere prodotte. Nei primi decenni dell’industria, il Natale entra nei videogiochi come elemento eccezionale, quasi marginale. A cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, quando il medium cerca ancora una propria identità narrativa, le festività diventano un’occasione per sperimentare ambientazioni riconoscibili e universalmente comprensibili. La figura di Babbo Natale, i paesaggi innevati, i colori accesi e la musica tradizionale offrono un immaginario immediato, ideale per un pubblico giovane e per produzioni a basso rischio creativo. La nostra carrellata inizia nel 1979, con Christmas “Show and Tell”; un puzzle game a base testuale scritto da Randy Hawkins ed edito da SoftSide Magazine per Tandy Radio Shack TRS-80, un home computer statunitense molto amato sul territorio.

Christmas 02 Santa Claus (Commodore 64)

Con l’arrivo degli anni novanta il tema natalizio si afferma come setting alternativo e valido e le produzioni si moltiplicano. Apre le danze Barney Bear meets Santa Claus, un educational sviluppato nel 1990 da Free Spirit Software per Amiga, appartenente alla serie di giochi educativi del personaggio, che include anche BB goes to School e BB goes to Farm. Nel 1991 anche l’insospettabile agente segreto acquatico James Pond cede al fascino del Natale, e troviamo elementi natalizi nell’eccezionale platform per i sedici bit ideato da Chris Sorrell per Vectordean. Nello stesso anno abbiamo anche il primo importante esempio di franchise già esistente che rilascia una edizione natalizia con Xmas Lemmings della britannica DMA Design (attuale Rockstar Games). Il gioco, inizialmente, è solo una divertente demo di Oh No, more Lemmings con setting natalizio, ma l’enorme successo spinge lo sviluppatore a realizzare la versione completa per DOS ed Amiga nel 1992. Risale al 1994 poi una interessante produzione italiana, un’;avventura platform intitolata Bianco Natale, e sviluppata per PC DOS da Tecnoart Software Development. Un esempio emblematico è poi Daze Before Christmas, uscito lo stesso anno, un solido platform per Mega Drive e SNES in cui il giocatore veste i panni di Babbo Natale impegnato a salvare il Natale da un topo malvagio che ha rubato i regali. Con nemici vari tra pupazzi di neve e giocattoli impazziti, il gioco è uno dei primi tentativi di creare un’esperienza ludica interamente impregnata di atmosfera natalizia. Il titolo è molto importante perché non sfrutta solo il tema del Natale come motore commerciale, ma offre un gameplay valido e coerente basato sul mito di Santa Claus. Titoli come Daze Before Christmas incarnano bene questa fase storica, il Natale non è solo un contesto, ma l’intero motore dell’esperienza ludica. Il gioco utilizza simboli festivi come nemici, power-up e scenografie, dimostrando come l’iconografia natalizia possa essere tradotta in meccaniche di gameplay solide. In questa fase, tuttavia, il tema resta confinato a produzioni di medio o basso profilo, spesso legate al mercato console domestico o al PC casual. Tra questi il gioco tedesco Nicolausi di TOM Software del 1995.

Bianco Natale (PC DOS) 1994

 

I casi Christmas Nights ed Elf Bowling, quando il Natale diventa cultura pop

Negli anni i vari team di sviluppo mondiali hanno anche creato versioni speciali o modalità bonus dedicate al Natale. Un esempio storico è Christmas Nights into Dreams… del 1996, una versione natalizia del classico Sega Saturn creato dal visionario Yuji Naka, ideatore di Sonic, distribuita come bonus o demo per promuovere un hardware specifico, ovvero una edizione speciale natalizia del Saturn. Parallelamente, il Natale trova spazio nelle cosiddette “versioni evento”. Christmas Nights into Dreams… rappresenta uno dei primi esempi di contenuto stagionale ante litteram: non un sequel, ma una reinterpretazione temporanea di un’esperienza esistente. Questo approccio anticipa una pratica che diventerà centrale decenni dopo, con protagonisti e scenari che vengono immersi in neve, musica di Jingle Bells e luci festive, trasformando l’esperienza originale in una fiaba invernale.

Col passare del tempo il Natale diventa più scanzonato e prendono il sopravvento ironia, parodia e cultura pop. Con la diffusione dei Personal Computer i e della distribuzione shareware negli anni novanta, il Natale assume infatti anche una funzione parodistica. Un titolo cult del decennio, in tal senso, è infatti Elf Bowling di NStrom, datato 1998, una versione ironica del bowling in cui i birilli da abbattere sono gli elfi di Babbo Natale! Giochi come questo sfruttano il rovesciamento ironico
dell’immaginario tradizionale, elfi dispettosi, umorismo sopra le righe, meccaniche semplici e ripetitive. Qui il Natale non è più fiabesco, ma caricaturale, quasi dissacrante, riflettendo una cultura videoludica sempre più consapevole di sé e del proprio pubblico. Questa tendenza segna un passaggio importante: il Natale smette di essere soltanto “per bambini” e diventa un terreno di sperimentazione tonale, capace di accogliere sarcasmo, cinismo e riferimenti alla cultura pop adulta. Titolo semplicissimo, e certo non un’opera d’autore, ma storicamente simbolico, il gioco diviene presto un fenomeno virale con la diffusione del PC, installato ovunque, al pari quasi di DOOM.

Christmas Nights Into the Dreams (Saturn) 1996

Il Natale videoludico ai tempi moderni, da Afro Santa a Batman: Arkham Origins

Il nuovo millennio si apre con uno dei titoli più iconici di sempre, no non stiamo parlando di The Grinch su Game Boy Color del 2000, anche se va citato a tutti i costi, ma del successivo Afro Santa, un gioco freeware di genere sparatutto 3D per Windows, notoanche come Afrosanta, datato 2002 ricco di ironia e trovate assurde, oggi considerato di culto dalla comunità indie. Nel 2004 arriva invece un titolo più istituzionale, l’indimenticabile Tim Burton’s the nightmare before Christmas, trasposizione videoludica del film animato omonimo, sviluppata da Tose per Xbox, PlayStation 2 e Game Boy Advance. Il gioco diventa presto un classico delle feste, ma essendo di fatto un tie-in non si basa su contenuti originali ed ovviamente il Natale è solo un elemento incidentale. Nel 2006 anche The SIMS 2 di Will Wright cede al fascino del Natale, ed esce l’espansione Happy Holiday Stuff. Nel frattempo anche il settore indie torna a farsi sentire, e piccole gemme come Christmas Clix, sviluppato nel 2009 per il canale WiiWare, portano il tema delle feste nei generi più casual, con puzzle e micro sfide tra regali ed alberi di Natale.
Non tutti i giochi natalizi sono ambientati esclusivamente nel periodo delle festività. In molti casi il Natale fa da semplice cornice narrativa o evento stagionale. Un titanico franchise come Batman: Arkham Origins, realizzato da Warner Bros Montreal e Splash Damage nel 2013 per la generazione Wii U, PS3 e 360, sfrutta ad esempio una Gotham innevata e decorata per raccontare nuove avventure, dando alla storyline un tono festivo e contrastante con le tenebre tipiche del Cavaliere Oscuro.

Afro Santa (Windows) 2002

Nell’opera il Natale non è più protagonista in quanto scenario visuale, ma diventa uno strumento narrativo sofisticato, capace di rafforzare temi come solitudine, alienazione o conflitto morale. Il videogioco, dal punto di vista storico dei Christmas Games è decisamente importante, pur allontanandosi ovviamente dalle semplici produzioni natalizie in senso stretto. L’ambientazione festiva del gioco sulle avventure di Batman viene vista come contrasto narrativo, ed è fondante della storia raccontata. L’opera fa quindi un uso adulto e consapevole dell’ambientazione stagionale, che riflette in pieno l’evoluzione del pubblico videoludico.

 

La nuova concezione dell’evento stagionale, la scuola di Fortnite e la cultura del Natale

Il fenomeno moderno degli eventi stagionali ha ormai preso il sopravvento. Negli ultimi anni, il Natale nei videogiochi è diventato sempre più stagionale e dinamico. Titoli live service come Fortnite, realizzato da Epic Games nel 2017, introducono eventi come Winterfest, che non solo cambiano la grafica, ma offrono ricompense, missioni e ambientazioni completamente nuove, solo per il periodo delle feste. Allo stesso modo, titoli moderni come Overwatch o Animal Crossing: New Horizons, rilasciato nel 2020 per Switch, e che citiamo nella cover dell’articolo, introducono eventi annuali, come il Toy Day, ispirato al Natale, in cui i giocatori scambiano regali e decorano il villaggio, rafforzando il senso di comunità tipico delle feste. Questa tendenza riflette una trasformazione più ampia: il Natale non è più solo un’ambientazione statica, ma un momento che rinnova il gioco stesso, creando un legame emotivo con i giocatori attraverso aggiornamenti temporanei e sorprese festive. In questi ultimi tempi, quindi, si va ben oltre il gameplay, ed il Natale viene visto come parte integrante della cultura videoludica.

Super City (PC Windows) con le skin natalizie

Il Natale viene proposto come momento di rinnovamento ciclico, in cui il gioco cambia ritmo, estetica e persino significato sociale. Negli anni dieci, con l’affermazione dei giochi come servizio, il Natale si trasforma definitivamente in un appuntamento ricorrente. Eventi limitati nel tempo, skin festive, missioni esclusive e modifiche temporanee alle mappe diventano strumenti fondamentali per mantenere attiva la community. In questo senso sono emblematici Cityville di Zynga ed il suo clone ancora vita Super City di Playkot, ,con gli scenari che mutano con le stagioni. Il Natale nei videogiochi non si limita quindi al solo setting ma diventa cultura stessa. Eventi sociali, cosplay virtuali, gif di animazioni natalizie ed addirittura missioni secondarie costruite attorno a regali e spirito di condivisione sono diventati un modo per intrecciare realtà e fantasia. In definitiva, il medium stesso si è decisamente evoluto, dai primi timidi platform anni ottanta alle esperienze open world dei titoli moderni, il Natale nei videogiochi ha attraversato decenni di evoluzioni, dimostrando che anche nel mondo digitale lo spirito delle feste trova la sua strada,tra una boss fight sotto fiocchi di neve ed un raid notturno tra renne e alberi scintillanti. Il Natale è visto come rituale da condividere. In questa fase moderna, il Natale nei videogiochi perde la sua autonomia tematica per diventare ritualità digitale. Non è più necessario che un gioco sia “natalizio” per celebrare le feste: basta che si sincronizzi con il calendario reale del giocatore. Questo allineamento rafforza il senso di presenza continua del gioco nella vita quotidiana, trasformandolo in uno spazio sociale oltre che ludico.

 

Christmas Games Evolution, la presa di coscienza delle festività come socialità

Il Natale, dunque, non è solo u elemento estetico, ma un tempo condiviso, un’esperienza collettiva che unisce milioni di giocatori attraverso eventi simultanei, ricompense simboliche e momenti di leggerezza programmata. La storia dei videogiochi ambientati a Natale racconta, in filigrana, l’evoluzione dell’intero medium. Da tema ingenuo e decorativo a strumento narrativo, da parodia a rituale live service, il Natale ha dimostrato una sorprendente capacità di adattamento. Oggi non rappresenta più una nicchia, ma un linguaggio trasversale, capace di dialogare con generi, pubblici e modelli di business differenti. In un’industria sempre più orientata alla continuità e alla relazione con il giocatore, il Natale resta uno dei pochi momenti in cui il videogioco si concede di rallentare, sorridere e, almeno per qualche giorno, ricordare che anche nel digitale esiste uno spazio per la magia.

Buon Natale a tutti voi amici del GAMM,quindi, una festività piena di serenità, curiosità e, perché no, qualche bel videogioco da scoprire sotto l’albero.

Autore
Fabio D’Anna

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