Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Da Pong a Fortnite: come internet ha cambiato tutto

Chi se lo ricorda il suono di quelle monetine che cadevano nel cabinato? Per chi fa parte della vecchia scuola, quello era il gaming: ci si piantava davanti a un arcade, si sudava freddo mentre l’avversario ti stava per fregare, e quando si finivano le monete… beh, si finiva. Punto. Oggi i più giovani giocano online con gente della Corea del Sud dal divano di casa. Che mondo.

La storia dei videogiochi è partita nel 1947 con un signore che si chiamava Thomas Goldsmith Jr., ma diciamoci la verità: il vero boom è arrivato negli anni ’70 con Pong. Due lineette che si rimbalzavano una pallina. Sembra una stupidaggine, ma all’epoca sembrava fantascienza. E infatti lo era.

Negli anni ’80 le sale giochi erano piene di fumo e di ragazzini che spendevano tutti i soldi della paghetta. Space Invaders, Pac-Man, Asteroids… erano loro i veri supereroi. Il problema? Bisognava andare fisicamente lì, con le proprie gambe, e competere solo con chi c’era in quel momento. Fine della storia.

Quando è arrivato internet (e ha cambiato tutto)

Poi è successa una cosa: internet. All’inizio nessuno ci ha fatto troppo caso. “Ma sì, sarà l’ennesima moda”, pensavano in molti. Invece no. È stato come quando hanno inventato il telefono, solo molto più in grande.

La PlayStation negli anni ’90 ha iniziato a sperimentare con le connessioni online, ma è stato solo l’antipasto. Quando le console hanno iniziato davvero a “parlare” tra loro via internet, è cambiato tutto. Non si doveva più finire il gioco e basta. Si poteva entrare in mondi che continuavano a vivere anche quando non si era presenti.

Si pensi a Destiny. Senza internet è praticamente inutile. È come comprare una macchina senza benzina. Questi giochi non sono più “prodotti” che si comprano e si finiscono. Sono servizi che si aggiornano, cambiano, evolvono. Come avere un abbonamento alla palestra, ma per il cervello.

La stessa storia, settore diverso

Sia ben chiaro, non sono stati solo i videogame a fare questo salto. Anche il mondo delle slot machine ha fatto la stessa identica cosa. Prima si doveva andare al casinò, vestirsi bene, parcheggiare, insomma c’era una vera e propria preparazione. Ora si accende il computer e si è già seduti al tavolo da poker con gente di tutto il mondo, o si utilizzano i bonus casinò senza alcun deposito, incredibile no?

È la stessa logica dei videogiochi: da fisico a digitale, da locale a globale. La gente che giocava a carte al circolo ora gioca online. I ragazzini che stavano in sala giochi ora stanno su Twitch. Stesso bisogno, tecnologia diversa.

Tutti e due i settori hanno dovuto imparare a creare community senza che la gente si vedesse faccia a faccia. Non è semplice come sembra. Come si fa a creare il cameratismo della sala giochi in un mondo digitale? Come si ricrea l’atmosfera del casinò su uno schermo?

Il mondo che non dorme mai

Oggi i videogiochi sono diventati spazi sociali. Fortnite non è solo un gioco dove si spara, è dove i ragazzini si danno appuntamento dopo scuola. È il loro bar, la loro piazza. Durante il lockdown, mentre i genitori facevano videochiamate per lavoro, i figli facevano videochiamate per giocare.

La cosa più pazzesca? Questi mondi non si fermano mai. Mentre si dorme, dall’altra parte del globo qualcuno sta giocando magari nello stesso server. È come se esistesse un mondo parallelo che va avanti 24 ore su 24. Le cose che si fanno oggi avranno conseguenze domani. Gli amici che si fanno online magari non si incontreranno mai, ma comunque diventano importanti quanto quelli del quartiere.

Il gaming è diventato il nuovo linguaggio universale. Non importa se si è italiani, giapponesi o brasiliani: se si sa giocare a FIFA, si può comunicare con chiunque. È più facile che imparare l’inglese.

Se si pensa a quei primi pixel tremolanti su schermo nero, ormai viene da ridere. Da due lineette che si rimbalzavano una pallina si è arrivati a mondi infiniti dove milioni di persone vivono una seconda vita. Non male per un’industria che doveva essere “solo una moda passeggera”.

 

Visita Gamm Museum , prenotati o maggiori informazioni

GAMM Game Museum ti aspetta 7 giorni su 7 in una location unica nel cuore di Roma, a pochi passi dalla Stazione Termini!.
Prenota ora il tuo biglietto!

About Us

Il Museo del Videogioco di Roma è parte del Centro Sperimentale di Arti Interattive, polo innovativo per la preservazione, formazione e ricerca nel settore dei videogiochi. Il Museo è riconosciuto dalla Regione Lazio in base alle direttive MIC, inserito nel Registro dei Musei Regionali OMR con protocollo 324807 del 05/06/2014, iscritto all’Anagrafe delle biblioteche italiane con il Codice ISIL: IT-RM2011 ed è membro di ICOM

Contacts

Via delle Terme di Diocleziano, 35/36 Roma

© Copyright Kabuto SRL
P. Iva: 17164921003

Iscriviti alla nostra Newsletter


    I agree that my submitted data is collected and stored.


    Go to Top